Ho avuto modo in passato, anche recentemente, di parlare di questo argomento. C’è, come in tante cose, molta ignoranza sull’e-commerce e un po’ di chiarezza bisogna farla. Bisognerebbe dedicare una intera rubrica solo a questo argomento e non è detto che non lo farò.
L’e-commerce sarà il futuro del sell-out per molte imprese, anzi, direi che è già presente e per alcune da un bel po’ di tempo. Ma è evidente che “il mercato” dell’e-commerce è in continua, travolgente e costante aumento, i numeri parlano chiaro. Ma come spesso accade, dove nascono opportunità arrivano gli squali, gli incompetenti, i malintenzionati che bramano il denaro facile e coloro che piuttosto che stare a casa a fare nulla meglio piuttosto.
L’e-commerce non è un giocattolo. Lo dico ormai fino a farmi venire la raucedine. Non è un giocattolo, non è nemmeno un qualcosa che può servire per “veder se si muove qualcosa”. Se qualcosa non si muove è perchè quel qualcosa è morto. Mi viene in mente una scena di Giacobazzi quando racconta di una tizia che affamata di sesso gli mette una mano sul “pacco” e poi inorridita lo guarda dicendo: “ma è morto !!!” e Giacobazzi, nel racconto, risponde “Se è morto non lo so ma è ancora caldo!”.
L’e-commerce può diventare una terrificante trappola mangiasoldi se non si affronta la “bestia” con il giusto spirito imprenditoriale, perché è una vera e propria attività commerciale a tutti gli effetti. Girala come ti pare ma hai comunque bisogno di una SCIA, una dichiarazione ANTIMAFIA, di una PEC, di un TOS, di una PRIVACY, di un DISCLAIMER, di una COOKIE POLICY e di tutta una serie di cose che mettono spesso in crisi il migliore dei commercialisti e dei legali. Già, ci vuole un legale e spesso mica solo uno perché VENDERE ONLINE comporta vincoli giuridici, norme da salvaguardare, diritti e doveri di cui tenere conto che sono generalmente materia di un legale. Si fa presto a scopiazzare i TOS dagli altri siti (T.O.S. Term Of Service o termini di servizio, quei lunghi testi che nessuno legge e che nessuno se li fila dove stanno scritte quelle cose che alla prima occasione quando le cose vanno male stai a spulciare virgola per virgola in cerca del punto debole del venditore e appena lo trovi lo metti in ginocchio).
Chi è che destina qualche migliaia di euro per mettere al sicuro le proprie vendite e la propria attività economica andando da un legale a farsi redigere un TOS in piena regola? Eppure ci sono personaggi che di mestiere fanno questo: vanno a leggere i TOS, fanno un acquisto e poi ti fregano chiedendoti montagne di denaro. Senti poi sempre la stessa frase: “figurati se a me succede!!!”. Ed infatti proprio oggi ad un mio cliente, è successo anzi a lui è successo ben di peggio. Ci ha contattati per fare una analisi per verificare le debolezze del sito di e-commerce dal punto di vista della visibilità e si ritrova in mano con una bella truffa e migliaia di euro spesi inutilmente.
Sgomberiamo il campo dai dubbi, l’e-commerce non è un sistema truffaldino per spennare soldi ai malcapitati, quello è sempre una questione di comportamenti specifici di taluni individui. L’e-commerce se ben affrontato, funziona e funziona molto bene. Ma bisogna pur dirlo ai clienti che l’e-commerce costa e non poco. Chi pensa, come molti, di farselo in casa per risparmiare o di cavarsela con qualche migliaia di euro, è meglio che usi quei soldi per altro, magari un bel week end con famiglia tutti al mare. L’e-commerce è una vera e propria attività, è un NEGOZIO COMMERCIALE ONLINE, non è un coso. Se provate ad aprire un negozio commerciale, tra camera di commercio, permessi, licenze per la vendita, sistemazione dei locali, messe a norma, TASI, e altre mille sigle che nascondono imposte e tasse provinciali, regionali comunali, magazzino, merce, registratori di cassa, dipendenti, volete mettere? Quanto spendete? meno di 50 mila euro e non tirate su nemmeno le serrande il giorno dell’ inaugurazione! Ma dopo? Dopo vorrai pure che nel tuo negozio entrino clienti o no? E come entrano? Comunicati stampa, comunicati radio, volantini, brochurine, biglietti da visita, magari un sito web? Magari un po’ di social networking sia virtuale che reale … Mica costa gratis. E per l’arredamento e l’allestimento del negozio? Fai tu?O magari chiami un esperto. E lo paghi!
E ditemi, perché un sito di e-commerce deve seguire regole diverse se giuridicamente, amministrativamente e imprenditorialmente sono la stessa cosa? Non vi viene da porvi qualche domanda? “Eh! Ma dai! Un sito di e-commerce 30 mila euro? Ma va là, con PrestaShop e un template del cavolo e ho fatto con 2000 euro!”.
Sì, ok. Applausometro alle stelle con standing ovation!
Dopo due anni: “Quanto fatturi con l’e-commerce?”
“Mah, guarda, secondo me l’e-commerce è una boiata per spennare soldi alla gente, non funziona. Ho ricevuto una decina di ordini, forse e su uno sono in causa”.
Poteva risparmiarsi i 2.000 Euro e dedicarsi all’ippica.
Ma è una questione di denaro allora? Certo, anche! E’ una questione di visione, di progettazione, di capacità di investimento, di pensiero lungimirante, di costanza e di duro e massiccio lavoro giornaliero. E se anche il lavoro lo fai tu, sono sempre ore lavorate che costano e se le tue costano figurarsi quelle degli altri che lo fanno per te.
Per fare un e-commerce che abbia speranza di partire, ci vuole la “pila”. So che è riduttivo e terribile ma è così. Il grafico, lo sviluppatore, il SEO, l’esperto SEM, il fotografo, il copy, l’esperto di Social Media Marketing, costano e costano ogni anno fino a quando l’attività non parte, perciò inizialmente sono soldi a fondo perduto. Poi quando l’e-commerce parte, le spese continuerai ad averle!
Poi non sono 30.000 euro e sono 15.000, tutto dipende dal progetto ma ci sono dei costi minimi sotto i quali è impossibile andare. L’e-commerce è una grandissima opportunità se presa con convinzione, pragmatismo e obiettività. Per i sognatori che si inventano un mestiere dall’oggi al domani, meglio lasciar perdere.
http://www.alessandroorso.com/e-commerce-tra-realta-fantasia-e-opportunita/
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